USA 2015: Parchi Rossi (e non solo) che passione.

Viaggio On The Road nella West Coast degli Stati Uniti
Horseshoe Bend ed il Fiume Colorado

Dall’East Coast all’On The Road nella West Coast tra California, Nevada, Utah e Arizona

Racconto di un lungo viaggio negli Stati Uniti: dalla East Coast con la visita di New York, del Connecticut e del New Jersey sulle orme di Bruce Springsteen ad un intenso e completo on-the-road in auto alla scoperta della California e dei parchi più belli e delle aree naturali più suggestive del South-west americano.

Di Agostino Curci & Chiara Zappaterra

Il 17 giorno di fronte a Mesa Arch a Canyonlands
Il 17 giorno di fronte a Mesa Arch a Canyonlands

NOTE e SUGGERIMENTI

Eccoci finalmente a scrivere il diario del viaggio che abbiamo fatto tra il 15 settembre e il 13 ottobre del 2015, “IL VIAGGIO” sognato da una vita.

Oltre che per ricordarlo a noi stessi, scriviamo anche per chi ci ha chiesto consigli e per chi ci ha detto che non lo potranno mai fare per il costo eccessivo, è vero che costa, ma abbiamo “SPALMATO” le spese nel giro di quasi dieci mesi e pagando un po’ alla volta, il salasso si sente di meno.

Scriviamo anche per chi ha problemi di salute e ha paura di affrontare un viaggio del genere, perché Ago ha una disabilità motoria (non può fare scale e nemmeno camminare troppo a lungo) ed io ho pensato bene di rompermi il menisco due mesi prima della partenza. In più non sono proprio una ragazzina. Il nostro viaggio è durato un mese, una settimana a New York e tre a Ovest.

Naturalmente il viaggio tanto sognato è, soprattutto, quello che riguarda la seconda parte, il vero e proprio ON THE ROAD e non perché NY non valga la pena anzi noi la amiamo, ci siamo sposati là e ci siamo tornati proprio per l’anniversario.

Dal Ferry vista sulla Statua della Libertà con sullo sfondo New York
Statua della Libertà, sullo sfondo New York

Allora per iniziare, abbiamo cominciato a monitorare i voli già da Ottobre del 2014 e a fine dicembre abbiamo trovato e fermato un volo con ALITALIA: andata BOLOGNA-ROMA-NEW YORK, ritorno LOS ANGELES-ROMA-BOLOGNA, a 800€ a testa, pagato a Gennaio. Abbiamo poi cercato con CheapOair, un volo interno NY (Newark)-San Francisco, trovato e pagato a Maggio, 337€ per due persone + 40€ le due valigie in stiva, con la Virgin America.

Allo stesso tempo abbiamo cercato per parecchi mesi il noleggio auto più conveniente e qui apro un discorso a parte. Ho trovato tramite RENTALCARS un buon prezzo per un MID-SUV con la (sconsigliatissima) DOLLAR, lo abbiamo fermato pagando 70€ di anticipo ma dopo più di un mese rileggendo il contratto fino in fondo, ho capito che avrei dovuto pagare più di 300€ di spese rilascio (DROP OFF) perché prendevo l’auto a San Francisco e la lasciavo a Los Angeles. Ho telefonato arrabbiatissima a Rentalcars dicendo che sapevo per certo che in California non applicano questa tassa, invece mi hanno spiegato che non è più così, qualche società di noleggio come appunto la Dollar la applica. A questo punto volevo disdire e cercare altro ma la ragazza al telefono mi ha proposto la stessa auto con la “ALAMO” a un prezzo più basso, senza tassa di rilascio e senza perdere l’anticipo versato. Tra l’altro, dopo un paio di mesi, ho trovato un’offerta migliore in un altro sito, ho ritelefonato alla rentalcars e mi hanno scontato altre 70€…. Totale del noleggio, pagato ad Agosto, 560€ per ventuno giorni, miglia illimitate, auto nuova, HONDA CRV, meravigliosa! ALAMO tutta la vita! Abbiamo aggiunto la ROAD SAFE (è un’assicurazione aggiuntiva, se resti a piedi ti vengono a recuperare) per 120$, al momento del noleggio all’aeroporto, visto tutti i km che dovevamo fare.

Ps: Con più tranquillità e meno pretese anche per New York abbiamo noleggiato un’auto, sempre tramite la Rentalcars questa volta con la Dollar. Ci hanno consegnato una Chevy Spark a 386€ per cinque giorni dal 15 al 20 Settembre. Non proprio l’auto della descrizione ma poco importava per questa parte del viaggio.

Tramonto dalla nostra Cabin alla Monument Valley
Tramonto dalla nostra Cabin alla Monument Valley

Per quanto riguarda l’on the road e con questo chiudo il discorso auto, eravamo indecisi su quale macchina prendere essendo solo in due: molti suggerivano una macchina più piccola per risparmiare benzina ma volendo percorrere alcune strade sterrate alla fine abbiamo deciso per un MID-SUV…abbiamo percorso quasi 6200 Km e abbiamo speso 349€ di benzina!

Per quanto riguarda il navigatore ci siamo portati il nostro, prima di partire abbiamo comprato le mappe USA per 40€. È stato molto utile nelle città mentre non lo abbiamo mai usato fuori.

Assicurazione sanitaria fatta con Columbus (un mese 194€ per due persone), un consiglio, fatela! Una mia amica ha portato il marito al pronto soccorso per un mal di pancia, la visita, un flebo e un paio d’ore di osservazione, le sono costate 2000€!

Siamo partiti con un bancomat, una carta di credito, la PostePay e abbiamo cambiato 1500€ soprattutto per le piccole spese e per fare benzina. Non abbiamo avuto problemi, tutte utilizzate, qualche volta non funzionava la PostePay.

Per fare rifornimento bisogna entrare nel negozio, lasciare o la carta di credito o contanti dire quanta benzina si desidera, esci, quando finito rientri … se fai meno ti danno il resto. La prima volta avevamo il serbatoio a metà e quando la ragazza alla cassa ci ha chiesto quanto volevamo fare, il nostro ragionamento è stato tipicamente Italiano… macchinona, metà serbatoio, 50$… lei ha fatto una smorfia, ha guardato dalla vetrina e ha detto sorridendo “l’auto nera alla pompa 2 con metà serbatoio? 20$”! …erano 17$!. Aveva ragione! Per tutto il viaggio abbiamo cercato di non andare mai sotto la metà del serbatoio così da sapere sempre quanta benzina mettere, inoltre, specialmente in Nevada e in Utah, abbiamo fatto centinaia di km senza incontrare una pompa quindi è meglio non rischiare.

Strada al Parco Nazionale di Arches nello Utah
Strada al Parco Nazionale di Arches

Ora qualche suggerimento spicciolo.

Se non sapete dove arrivare e da dove ripartire, sappiate che San Francisco è molto bella e vale la pena visitarla bene mentre Los Angeles, al contrario, non è un granché (parere personalissimo) per cui è meglio lasciarla alla fine, se avrete tempo la visiterete altrimenti basta che arriviate il giorno prima della partenza.

Se avete intenzione di fare il BIG SUR, la mitica Highway 1, fatela da nord verso sud, partendo da San Francisco appunto, perché sarete sulla corsia giusta per i VIEW POINT e lo spettacolo è assicurato.

Se invece non avete più di due settimane o volete ridurre le spese, lasciate stare la costa e pensate a un volo andata/ritorno su LAS VEGAS perché è proprio lì “attorno“ che, secondo ciò che abbiamo visto noi, c’è il meglio per quanto riguarda i Parchi Rossi.

Quando programmate il viaggio, fate una simulazione del tragitto su GOOGLE Maps ma ricordate che lui non sa quante volte vi fermerete a scattare foto (moltissime!) benzina, bagno e quant’altro, quindi calcolate sempre un paio di ore in più per ogni tappa.

Altro suggerimento: non prenotate hotel dall’Italia, spendereste di più e negli Stati Uniti non serve assolutamente, trovate di tutto lungo la strada, al massimo la sera prima (noi lo abbiamo fatto anche la sera stessa, mezz’ora prima): entrate in uno STARBUCKS per un caffè e sfruttando la connessione internet cercate su HOTEL.COM o BOOKING.COM o TRAVELOCITY e le migliori offerte del posto. Siamo passati da posti stupendi ad altri modesti ma non abbiamo mai trovato delle topaie e sinceramente la sera tutto ciò che volevamo erano un bagno e un letto per ripartire alla grande il giorno dopo. Prenotare tutto il percorso vi limita e vi obbliga a rispettare troppo fedelmente il piano. Noi abbiamo prenotato solo i primi tre giorni a San Francisco, gli ultimi due a Los Angeles e una notte alla Monument Valley dove era necessario prenotare almeno 8 o 9 mesi prima.

Ultima cosa, non parlerò molto di cibo. Tranne qualche occasione, che vi racconterò, non avevamo né il tempo né la voglia di fermarci in posti particolari per mangiare. Abbiamo tenuto in auto cracker, frutta e decine di bottiglie di acqua. Abbiamo comprato per 4$ il COOLER, un frigorifero di polistirolo che ha svolto egregiamente il suo compito. Ogni hotel e anche i distributori di benzina hanno dispenser assolutamente gratuiti di ghiaccio, portatevi sacchetti ermetici da casa. Qualche volta abbiamo pranzato con barrette energetiche, tanti panini e in molti supermercati c’è un angolo a buffet, dove c’è ogni tipo d’insalate e condimenti già pronti: tu prendi un contenitore lo riempi con ciò che vuoi e quando arrivi alla cassa si paga per la misura della ciotola che hai preso, fantastico!

E ora un riassunto del viaggio giorno per giorno. Il racconto è diviso in 3 diverse pagine: la East Coast, la West Coast da San Francisco a Bryce Canyon e la West Coast da Bryce Canyon a Los Angeles. In fondo ad ognuna delle 3 sezioni trovi il pulsante per passare alle sezioni successive o precedenti.

Panorama di New York da Liberty Island
New York da Liberty Island

DIARIO DI VIAGGIO USA 2015

Parte 1

EAST COAST

1° Giorno: 15 Settembre, Martedì

L’arrivo al JFK è puntualissimo. Dopo lo sbarco c’è stato qualche problema con l’assistenza per mancanza di personale e forse anche di organizzazione. Dopo tanto attendere alla fine ci dirigiamo alla Dollar con l’airtrain. Ritiriamo la nostra Chevy Spark pagando ulteriori 29$ per riconsegnarla senza il pieno, cosa che solitamente non facciamo perché meno conveniente e altri 50$ per il drop off riconsegnandola a Newark.

Prima di caricare i bagagli in auto, cerchiamo i documenti della prenotazione al nostro motel, il Brooklyn Motor Inn. Li avevamo messi nel Trolley portato come bagaglio a mano chiuso con il lucchetto. Nell’istante in cui vediamo il lucchetto, ci ricordiamo che le chiavi erano rimaste sul tavolo a casa. In Italia. Prima di uscire dall’autonoleggio troviamo quindi il modo di farci aprire il lucchetto da un meccanico.

Risolto il primo piccolo intoppo ci avviamo verso l’Hotel passando per Coney Island dove era nostra intenzione fermarci ma essendo ormai le 17 circa abbiamo tirato dritto. Nella distrazione imbocchiamo il Brooklyn Tunnel che costerà 8$ e per non spenderli invano decidiamo di fare un giro per Downtown Manhattan: Battery Park, passiamo sotto la Freedom Tower, le fontane del 9/11 Memorial e il Greenwich Village prima di tornare a Brooklyn in hotel.

Dopo questo primo assaggio di Manhattan arriviamo al Brooklyn Motor Inn facciamo il check-in, ritiriamo il pacco che Susan, una nostra carissima amica americana che ora vive nel Montana ci ha spedito in hotel, scarichiamo le valige. Ci rilassiamo un po’ dopo il lungo viaggio, ceniamo in stanza e nonostante la stanchezza e il jet-lag decidiamo di uscire e cercare di adattarci immediatamente all’ora locale cosi ci dirigiamo al Brooklyn Bridge Park.

Ci godiamo il panorama notturno su Manhattan proprio da sotto il ponte di Brooklyn. Scattando qualche foto del meraviglioso panorama di fronte a noi, alle luci di Manhattan, al ponte stesso illuminato e all’Empire State Building che ci accoglie illuminato dei colori della bandiera Italiana.

Ci prendiamo un buonissimo gelato allo storico Brooklyn Ice Cream Factor che si trova lì, sotto il Ponte e vicino al Pier 1 dove partono i traghetti per Manhattan. Torniamo in albergo.

Visita a Ellis Island, New York
Ellis Island, New York

2° Giorno: 16 Settembre, Mercoledì

Come pianificato durante il progetto del viaggio, una volta operativi ci dirigiamo in auto verso Battery Park con l’intenzione di imbarcarci per Liberty Island ed Ellis Island.

Arrivati a Manhattan Parcheggiamo al Quik Park situato di Fianco allo Staten Island Ferry e da lì, a piedi, andiamo verso l’imbarco per Liberty Island a Battery Park. Lungo il tragitto ci fermiamo ad un chiosco per un caffè che di tutto sa tranne che di caffè ma sfruttiamo il WiFi libero e ci fermiamo lì qualche minuto. 3$ per un Caffè e 2$ per una bottiglietta d’acqua. Ci mettiamo in coda, prendiamo i biglietti per 18$ a testa e poco prima delle 11 ci imbarchiamo sulla State Cruise.

Spendiamo gran parte della giornata a Liberty Island ammiriamo la Statua della Libertà che è immensa, ascoltando con le cuffiette l’audio guida. Nessuno dei due l’aveva visitata nei viaggi precedenti. Ci giriamo attorno ammirando il panorama su Manhattan e su tutto ciò che da lì si vede. L’unica nota negativa è che nel giro sull’isola perderò la mia sciarpa a stelle e strisce, sigh… ci dedichiamo allo shopping perdendoci tra souvenir e T-shirt e pranziamo allo Statue Of Liberty Crown Cafè intorno alle 2pm.

Subito dopo ci imbarchiamo per Ellis Island. Qui comincia la nostra raccolta di magneti e soprattutto di spillette con cui abbiamo intenzione di ricoprire un cappellino comprato insieme alla prima spilletta a Liberty Island.

9/11 Memorial al WTC, New York
9/11 Memorial al WTC, New York

Rientriamo a Manhattan che è ancora abbastanza presto, cosi, decidiamo di sfruttare la luce del giorno e ci dirigiamo a piedi, passando per Greenwich Street, verso le Fontane del 9/11 Memorial. Lì passiamo il tempo con il pensiero rivolto alle Torri Gemelle, alle vittime dell’attentato.

Dopo più di un’ora con l’imbrunire ci avviamo verso il parcheggio per ritirare l’auto decidendo di passare per il Chargin’ Bull. Da Greenwich St. prendiamo Edgar St. arriviamo sulla Morris St. trovandoci di fronte la Broadway e quindi il Chargin’ Bull, il Toro di Wall Street.

Dopo qualche foto, ormai con il buio della sera, continuiamo sulla Broadway arrivando alla Whitehall St. e lungo la strada vediamo un supermarket in cui, dopo aver ritirato l’auto dal parcheggio, torneremo per far spesa. Al Quick Park pagheremo 30$, compresi di mancia, per praticamente tutta la giornata, che era meno di quello che ci si aspettava.

Torniamo in Hotel passando per il Brooklyn Bridge e ceneremo in camera con la spesa fatta poco prima. (Alcune cose non proprio apprezzate dai nostri palati).

New York ed il Brooklyn Bridge dalla Freedom Tower
New York ed il Brooklyn Bridge dalla Freedom Tower

3° Giorno: 17 Settembre, Giovedì

Intorno alle 12:15 abbiamo la prenotazione per l’Osservatorio della Freedom Tower, Biglietti stampati e prenotati da casa. Ci muoviamo con calma pur essendoci alzati presto. Arrivati in zona OWTC, cerchiamo parcheggio al MPG Park visto il giorno prima che è poco distante dalla Freedom Tower, anche perché dopo la visita abbiamo un appuntamento per una cena con amici di lunga data che vivono nel Connecticut e non vogliamo fare tardi. Il parcheggio costerà 21$ per 5h.

Facciamo nuovamente un giro intorno alle fontane del memoriale, sia la sud che la nord, poi sentiamo Joe al telefono, nostro amico di Brooklyn che appunto vive nel Connecticut da molti anni ormai, per dirgli del nostro arrivo nella serata e ci accordiamo per raggiungerlo direttamente nel suo ristorante. Dopo aver sentito Joe, andiamo a fare ‘colazione’ da Pret’a Mangé a solo un isolato dalla Freedom Tower e giusto di fronte al 21st Century store.

Dopo la colazione che ci costa ben 25$ per 2 caffè e 2 Muffin torniamo alla Freedom Tower in attesa per il nostro appuntamento. Entriamo alle 12:15 circa e rimaniamo all’interno godendoci il panorama per almeno un paio d’ore. Manhattan, Brooklyn, il New Jersey, la statua della libertà, tutto a 360 gradi, qualcosa di straordinario. Senza contare il tragitto interno e l’ascensore che ci porterà al 102° piano in pochi secondi mostrando sulle sue pareti l’evoluzione di Manhattan dal 1500 ai giorni nostri, spettacolare.

Nell’uscire dall’osservatorio rimaniamo un po’ spiazzati perché l’uscita è da un altro edificio il vicino Brookshield Palace. Usciti, andiamo a prendere l’auto, torniamo a Brooklyn in hotel per cambiarci prima di ripartire per Norwalk, per la cena in programma con Joe e Max nel nuovo ristorante. Il navigatore ci fa rientrare a Manhattan per andare in Connecticut e il traffico ci smonta finché non decidiamo di ignorarlo per un po’ reimpostandolo in seguito, liberandoci così dalla congestione di auto attraversando Manhattan e il Bronx riuscendo a velocizzare il viaggio arrivando a Norwalk intorno alle 19:00 in perfetto orario. Ci presentiamo al “Bruculino Restaurant” incontrando prima Max mentre Joe è impegnato in ufficio al piano sottostante con qualche fornitore. Finalmente ci raggiunge Joe e dopo i saluti decidiamo di sederci continuando a chiacchierare a tavola durante la cena. Una cena straordinaria grazie alla buona compagnia e al buon cibo che è accompagnato da ottimo vino. Bella serata e bello trovarsi cosi tra amici che non si vedono da qualche tempo. L’idea era di rientrare a Brooklyn per la notte ma ci piace troppo chiacchierare e facciamo tardi cosi decidiamo di passare la notte a casa di Joe a Wilton come ci propose fin dall’inizio. Arriviamo a Wilton e ci prepariamo per la notte dopo essersi accordati con Joe per la mattina seguente. Deve portare l’auto dal meccanico e poi da lui farsi accompagnare al ristorante cosi, ritardando la nostra partenza, ci offriamo di seguirlo e di accompagnarlo poi noi al ristorante.

Norwalk, Connecticut
Norwalk, Connecticut

4° Giorno: 18 Settembre, Venerdì

Dopo aver sbrigato con calma tutte le cose in programma accompagniamo Joe al suo “Bruculino Restaurant” dove ci offre una privatissima e buonissima colazione, ma sopratutto un caffè degno di questo nome, un espresso che mi mancava proprio, tanto che faccio il bis…  Joe, che è un apprezzato chef, ha solo da qualche mese inaugurato il “Bruculino Restaurant” dopo aver chiuso il suo primo “Pasta Nostra Restaurant” con oltre 30 anni di attività, molto conosciuto e apprezzato non solo nella zona. Dopo colazione ci mostra fiero il nuovo locale per intero, il suo ufficio sotterraneo, il sistema di allarme videocamere e tutto l’apparato di sicurezza all’avanguardia, molto del lavoro è di Max. Le scorte di cibo, il parmigiano Italiano, la pasta e tutte le specialità rigorosamente di provenienza italiana, compresi molti vini da intenditore, i diversi frigo, le apparecchiature, i macchinari nuovi e tutte le peculiarità del posto. Salutiamo Joe e ripartiamo per Manhattan.

La prima tappa è Harlem con sosta all’Apollo Theater. Tra i murales e le bancarelle abusive facciamo due chiacchiere con Rich, un ragazzo di colore che mi racconta di lui delle sue origini da padre cubano/irlandese e madre italiana (difficile credere sia vero) ma è troppo simpatico e ci fa piacere scambiare due parole con lui. Facciamo un giro dentro il teatro, la storia della musica soul e blues è passata di qui e se ne sente il profumo. Qualche foto, compro una t-shirt, facciamo 4 passi da quelle parti, passeggiare per Harlem è suggestivo mangiamo un boccone veloce in zona e via si riparte.

Ci dirigiamo a Central Park per festeggiare il nostro anniversario nel luogo, il Ladies Pavilion, e nella data della ricorrenza. Parcheggiamo all’incrocio tra la W77 St. e la Central Park West per una botta di culo pazzesca e partendo proprio dal Ladies Pavilion giriamo per Central Park come non abbiamo potuto fare nel giorno del matrimonio. Godendoci la giornata in mezzo al verde passeggiamo tra il Bow Bridge, la Bathesda Fountain, lo Strowberry Field e il memoriale dedicato a John Lennon.

New York dal Ladies Pavilion a Central Park
New York dal Ladies Pavilion a Central Park

Dopo aver lasciato Central Park con l’imbrunire, ci dirigiamo verso la E 7th St. all’incrocio con la Avenue A, dove al civico 112 si trova il Niagara Bar sulla cui parete esterna che dà sulla 7th c’è il murales dedicato a Joe Strummer. 

Rientriamo che ormai e buio in albergo a Brooklyn dopo una lunghissima giornata. Dopo aver recuperato le energie, decidiamo di uscire per cena restando a Brooklyn. Senza aver prenotato, come suggeritoci da Max la sera prima, ci dirigiamo alla Peter Luger Steakhouse, abbiamo fatto un tentativo avendolo deciso al momento. Il locale è sempre affollatissimo infatti il coordinatore di sala ha carinamente controllato, consultando il personale, la disponibilità di un tavolo per due e dopo qualche vano tentativo controlla la lista d’attesa mostrandocela e dispiaciuto ci consiglia di prenotare per il giorno dopo.

Decidiamo cosi di fare un giro a piedi nella zona per trovare un locale che ci possa ispirare. Camminare per Brooklyn di sera forse non è proprio consigliabile ma è stata una esperienza pazzesca, ci ha riportato a scenari di vecchi film, visti e rivisti. Dopo aver scartato un po’ di locali, ne troviamo uno, un pub, l’Elbow Room, forse non era il massimo ma era particolare, una parte all’aperto e un’altra all’interno, ‘la room’, a cui però mancava la parete che dava sulla parte esterna. Chiara ha scelto un’insalata, la Tuscan Salad, con spinaci, formaggio e pancetta che lei ha definito pazzesca. Io ho preso un Sausage Sandwich il tutto per la modica cifra di 45$ compreso il bere.

Presa l’auto, prima di rientrare, decidiamo di tornare al Brooklyn Bridge Park, dove siamo stati la prima sera e dove abbiamo fatto altre foto notturne con l’ausilio del cavalletto questa volta.

Niagara Bar, New York
Niagara Bar, New York

5° Giorno: 19 Settembre, Sabato

Check-out; lasciamo l’albergo a Brooklyn per dirigerci verso il New Jersey. Attraversando il Verrazano Bridge che ci costa la bellezza di 16$ e passando per Staten Island arriviamo alla prima sosta prevista in NJ, Freehold. Ci siamo già stati ma questa volta arriviamo in mattinata, riusciamo a fare con calma tutte le soste previste in città. Parcheggiata l’auto vicino alla “Federici’s Pizzeria” che noi conosciamo bene e in cui abbiamo già cenato in passato, facciamo un giro in zona.

Sul lato opposto della pizzeria c’è un piccolo tributo ai personaggi famosi del posto e nella pavimentazione troviamo il mattoncino rosso con il nome di Springsteen, siamo suoi fan, motivo che spiega la nostra sosta qui a Freehold e nei diversi luoghi in cui, qui in New Jersey, ci fermeremo. Luoghi in cui lui ha vissuto, che ha frequentato e che frequenta tuttora come la pizzeria citata, il 391/2 di Institute Street, dove ha vissuto da ragazzo, ecc, ecc…

Prima di ripartire in direzione Asbury Park ci fermiamo nel parcheggio che è comune a diversi supermercati di diverso genere e facciamo un po’ di spesa per pranzo che consumiamo sul posto, in auto. Arrivati ad Asbury, dopo la sosta allo storico Stone Pony, troviamo il Boardwalk ancora pullulante di vita, con tutti i negozi e ristoranti aperti, musica e la spiaggia piena e gente che fa il bagno. L’ultima volta che c’eravamo stati, nello stesso periodo, la stagione era già finita e la maggior parte dei locali erano chiusi. Questa volta Asbury è ancora in piena stagione estiva. Il Boardwalk affollatissimo è tutta un’altra cosa.

Freehold Main Street, New Jersey
Freehold Main Street, New Jersey

Lungo il boardwalk entriamo in qualche negozietto per le solite spillette e qualche magnete poi, giunti al Paramount Theater, facciamo un giro tra i negozietti che si trovano lì sotto vicino all’entrata del teatro e che hanno chissà come mai tante cose che ricordano Bruce. Percorriamo il boardwalk per intero poi attraversiamo la strada ed entriamo al Wonder Bar a bere qualcosa.

Naturalmente decido di comprare l’immancabile t-shirt. Affascinata dal fatto che qui, all’esterno, fanno l’Happy-Hour o meglio Yappy Hour “Celebrating The Union Between People, Dogs & Good Times”,come dice una frase dei murales esterni. Anche Chiara vuole la t-shirt, ne cerca una dedicata all’evento e la ragazza si prodiga andando a cercare anche nel magazzino tra le varie scorte ma niente da fare. Alla fine la prendo solo io e Chiara rinuncia. Al momento di saldare il conto, la ragazza ci fa pagare solo la t-shirt offrendoci quanto consumato al bar.

Cerchiamo dove passare la notte, il Barkley Oceanfront Hotel è sold out come i pochi altri hotels in zona. Allora cerchiamo, su vari siti e senza successo, il Days Inn di Neptune dove eravamo stati nel 2012, decidiamo così di andarci di persona ricordando la strada, la Corley Avenue. Arrivati capiamo che non si trovava perché era diventando un Red Roof Inn, che tra l’altro avevo anche visto durante la ricerca on line, ma cercando il Days Inn non mi ero soffermato. Era decisamente meglio rispetto a quello precedente. Con la nuova gestione, sempre indiana, sono state fatte ristrutturazioni che lo hanno senza dubbio migliorato, era molto più curato e confortevole anche se a sto giro non era inclusa la colazione. Prenderlo lì e non sui siti ci costerà un pochino in più ma le migliorie rispetto alla volta precedente non ci hanno dato dubbi, 144$ stanza bellissima, letto King enorme, dove abbiamo ‘dormito’ meglio fino a questo momento, stanza situata nel secondo edificio, quello centrale.

L'Oceano Atlantico da Belmar Beach, Belmar, New Jersey
L’Oceano Atlantico da Belmar Beach, Belmar, New Jersey

6° Giorno: 20 Settembre, Domenica

Lasciamo l’albergo per andare a “caccia” di Bruce.

Come Chiara mi dice più volte, soprattutto questa mattina: “Sono venuta qua solo per questo” anzi mi ripete: “Se oggi non mi ci porti mi incazzo con te, sono venuta in New Jersey solo per andare a quelle coordinate là”. A parte gli scherzi, forse, prima di partire per la ‘battuta di caccia’ si fa un altro giretto per Asbury Park. Prima di andare via ci fermiamo a prendere qualche trancio di pizza che mangeremo poco più tardi a Belmar su una panchina che dà sull’oceano Atlantico, non prima di aver fatto un altra sosta, poco distante lì a Belmar, dove una Fender gigante è posata in tributo a Springsteen e la E-Street Band all’incrocio con la 10th Avenue e la strada che dà il nome alla Band, E-Street appunto.

Dopo il pranzo affacciati sull’oceano, condiviso anche con i gabbiani, lasciamo Belmar lungo la Ocean Avenue diretti a Colts Neck. Arrivati, troviamo la casa di Bruce, naturalmente ci accontentiamo di vederla e niente più, passiamo anche davanti alle scuderie dopodiché ci avviamo, decidendo di tornare indietro rispetto alla direzione che avremmo dovuto prendere per passare davanti a quella che credevo fosse una mostra di auto d’epoca vista entrando in Colts Neck. Una delle decisioni migliori prese durante tutto il viaggio. Ci imbattiamo nell’Apple Fest, una sorta di sagra. Ci sentiamo catapultati nella Real America, quella delle praterie, della terra, le balle di fieno, la raccolta delle mele, la musica consona all’atmosfera, adatta all’occasione. Tra le auto d’epoca modificate e non, che erano l’unica cosa intravista lungo la strada, un numero infinito di zucche per la preparazione di Halloween spuntavano dappertutto… Il Garden Factor, una specie di mercatino dove si trova ogni tipo di bontà compresi naturalmente un’infinità di dolci fatti, manco a dirlo, con mele e cannella che non manca mai. Fantastico. Goduto di ogni istante di questo splendido evento ripartiamo diretti a Newark.

Andiamo direttamente all’hotel situato vicino all’aeroporto, il Ramada Plaza, prenotato proprio per la vicinanza con l’aeroporto avendo il volo il mattino seguente. Fatto il check-in andiamo alla Dollar per riconsegnare l’auto noleggiata. Torniamo all’hotel con lo shuttle gratuito a disposizione dei clienti. Laviamo i panni sporchi usando la loundry dell’hotel e nel frattempo ceniamo in stanza con una mela a testa, i Donuts presi all’Apple Fest e i viveri rimasti. Ritirati i panni asciutti e dopo esser impazziti nel risistemare le valige ci facciamo una bella dormita prima del trasferimento sulla West Coast dove il nostro viaggio on the road avrà inizio.